Scrivere di Tango

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L’ho detto, e ancor più pensato, mille e mille volte.
Questa notte, il nobile comune pensiero, è diventato carne. Bello. Proprio bello.
La musica va da un pezzo. La serata è quasi alla fine. Arriva l’invito inaspettato di un ballerino
conosciuto ma mai “ballato” prima. E’ di quelli bravi. Ci tengo a fare bella figura. E allora attivo
tutte le risorse e tutti i sensi (… ma quando mai il tango vuole gli occhi chiusi!) e via, si balla come
se non ci fosse un domani.
C’è tutto: ritmo, intesa, musicalità, leggerezza, complicità.
Ultimo brano, ultime battute, ci prepariamo a chiudere.
Si rallenta: sta a lui disegnare un finale e a me realizzarlo con lui e per lui.
Ultima nota. Silenzio.
Ed è lì che mi sorprende. Senza fretta.
Senza fretta appoggia con delicatezza la mia mano destra (che fino ad un istante prima teneva
sudaticcia salda in pugno) sulla sua spalla sinistra e senza aprire l’abbraccio la lascia semplicemente
lì, come una prolungata carezza leggera leggera.
Non mi sottraggo.
Tempo sospeso. Quanto? Boh…
Senza fretta. Senza fretta.
Grazie baron. Alla prossima tanda.

Anna Rosa Marengo. Vive a Torino ma cura ed è curata da un orto nel cuneese. Coltiva passioni: l’avvocatura, la famiglia, il teatro, la parola, gli amici, la musica. Balla tango da molti anni. Con libertà e leggerezza.

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